martedì 22 gennaio 2013

Quanto costa la felicità

Ritorno a casa.
E trovo tutto diverso. Per tre mesi ho occupato una stanza con luci al neon, troppo fredde per come sono fatta; e poi qui ci sono una marea di nuovi ostacoli sconosciuti: pentole che non riesco a raggiungere nemmeno in punta di piedi, ostili armadi pieni di vestiti vecchi che nascondono quelli nuovi, scarpe col tacco alto che occhieggiano dalla mia scarpiera come implorandomi di indossarle, senza sapere che mi piacerebbe moltissimo farlo.
A volte tocco le cose senza sentirle, mi sfuggono dalle mani come fossero viscide e oleose.

Non avevo immaginato che la felicità fosse un bene di lusso. Beh, è molto costosa e a volte riconoscerla dipende da noi. Quanti attimi ci sono sfuggiti mentre noi li credevamo solo brevi momenti della nostra vita e invece ci stavano regalando una preziosa emozione. Oggi darei non so quanto per tornare a viverli, per godere intensamente di quello che possono dare o semplicemente per riconoscerli. Ora è una conquista anche solo impadronirsi di una sensazione.

Non so se racconterò questa storia. In fondo che dovrei dire? A chi importa? Spero solo che la malattia mi abbia insegnato qualcosa e di non dimenticare quel qualcosa. Perchè si fanno tante promesse quando si è immobili in un letto a fissare il soffitto illuminati dal fastidioso riverbero del neon. E poi si fa presto a dimenticare la compassione che ci ha unito alle persone che vivevano la nostra stessa situazione. Le promesse non devono essere dimenticate, gli ostacoli non devono rimanere un muro alle nostre spalle ma un monito, il dolore deve essere una riserva di energia per affrontare quello futuro se ci sarà.

Quanta paura ho avuto e quanta ne ho nell'attesa che tutto rientri nella normalità, ma devo ringraziare certe persone speciali che sono nel mio cuore, che mi hanno sostenuta, altre che mi hanno insegnato, altre che ho scoperto nel cammino...

2 commenti:

  1. Spero che tu ne scriva. È un modo per leggerti, per starti vicino come posso, nonostante la logistica e i mille impegni. Sappi che ci sono. Non sono il tipo che scrive letterine o telefona cinquanta volte al giorno, ma ci sono...

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  2. Continua a scrivere....ero molto interessato alle tue storie...

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